mercoledì 9 gennaio 2013

Finanziamento pubblico dei partiti, questo "sconosciuto".


E' bene premettere che il finanziamento pubblico ai partiti è solo una delle due gambe sulle quali si regge un intero regime, quello partitocratico; l'altra, di cui poco si parla, è la lottizzazione delle cariche, pubbliche e private, a favore dei protetti delle varie caste, politiche e non, senza alcun pudore rispetto all'affossamento della meritocrazia.

Foraggiare senza alcun controllo e con miliardi e miliardi di euro i partiti politici significa determinare la superfetazione delle loro burocrazie e dei loro apparati che non “fanno politica”, ma “vivono della politica”, implica il rafforzamento delle dinamiche partitocratiche, fa perdere alla politica la sua nobiltà, deprimendo la sovranità, le idee e lo spirito di chi vorrebbe “respirare politica”, quella vera, e non invece annaspare e soffocare per il fetore di una feccia putrescente, autoreferenziale e criminale.

11 settembre 2002, ore 14:51: un tavolo radicale a Bologna

Il "tavolo": otto radicali; tre bandiere USA molto grandi e belle; le bandiere del Partito della nonviolenza, della legalità e della democrazia; 150 volantini che spiegano il senso della nostra manifestazione; telecamere RAI; fotografo di Repubblica; una comitiva di turisti statunitensi che passa per la piazza: ci chiedono chi siamo, ci chiedono chi sono i radicali, si fermano a parlare con noi; orologio di piazza maggiore che alle 14:51 rintocca a morto, la piazza che si ferma... tutti i cittadini che passano restano immobili per 1 minuto... a pensare... un silenzio surreale... per la mente quelle immagini... quel dolore... quella rabbia; dopo i cittadini statunitensi con cui parlavamo, noi stessi, tutti pieni di forza e commozione... una di loro prende l'iniziativa, si avvicina a ciascuno di noi e, stringendoci la mano e con gli occhi lucidi (come noi del resto), dice "grazie!"; la seguono gli altri... tutti ci stringono la mano e dicono grazie, parlano gli sguardi e gli occhi. Grazie per cosa? (pensiamo noi) Ci pare doveroso essere lì, ci pare doveroso ringraziare e ricordare, ci pare doveroso stare al fianco di chi nel mondo rappresenta e difende con le proprie Istituzioni la libertà e la democrazia, ci pare doveroso "prendere parte", ci pare doveroso difendere la "pace", quella vera, quella giusta, quella non "girotondata", ci pare vitale non lavarcene le mani! GRAZIE U.S.A.!